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Sersalensis - pennello
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Profile of the Artist


ready-made
definizione: Duchamp nel 1917 decide di esibire l’orinatoio di porcellana a New York, alla Società degli artisti indipendenti, ma, a motivo dell’evidente azione provocatoria e della volontà dell’artista di mettere a soqquadro l’ente, l’opera venne respinta.

Secondo Duchamp il ready-made può essere attuato in due modi, primo, attraverso il dislocamento dell’oggetto, dal suo contesto fisico, come nel caso della ruota di bicicletta, secondo sdradicandolo dall’ordinario contesto dialettico, come avviene con l'orinatoio che è rinominato "Fontana", così da non avere più alcun rapporto con l’oggetto che era considerato ordinariamente.

L’artista pone sul lato sinistro dell'orinatoio una specie di firma R.Mutt, diverso dal suo vero nome, questa, non è neanche il suo nome d'arte o pseudonimo, ma, racchiude la chiave di lettura dell’opera: anteponendo la parola o cognome "Mutt"  alla lettera "R" esce fuori la parola Mutter, che in tedesco si traduce madre, infatti la forma dell’orinatoio ricorda, la forma del bacino femminile e quindi può volere rappresentare un vaso alchemico.

Parole & pensieri dell'Autore

Introduzione alle nuove produzioni dell'artista Sersalensis
Dal testo scritto all'ass. "Il C." di Cosenza Sersale, 05 Dicembre 02

"...Conforme ha quanto ha scritto di me l'Architetto Andrea Garofalo di Mesoraca (Crotone) è mia intenzione, ["a differenza di tanti artisti che semplicemente si limitano a produrre manufatti, anche se pur di pregiata fattura e indiscussa bellezza"], esternare verbalmente e non solo mediante le immagini, il mio "sentire" la realtà che circonda tutti. Viviamo in un epoca in cui la produzione di stimoli visivi è enorme, di conseguenza essendo eccessiva, finisce che il paesaggio, la natura morta, l'arte di genere figurativa o astratta, se non è accompagnata da opportuni contenuti, perde la sua forza espressiva, esaurisce nel grande web della produzione globale, la motivazione per la quale è stata concepita.

Da circa una ventina di anni, sono apparsi nel gergo artistico, termini nuovi, (accumulazione, assemblage, installazione) che hanno lo scopo di definire il singolare modo di concepire l'artista e la sua produzione, la quale non è solo composta da pittura e scultura, (da cose oggettive) ma anche da puro pensiero da schietta ricerca scientifica o concetti filosofici che sono resi materiali, tangibili, collocando l'oggetto simbolo dell'idea, nell'ambiente o nello spazio della mostra che, a sua volta questa condiziona e interagisce non solo con il manufatto ma anche con l'artista e il pubblico e il modo di entrambi di atteggiarsi ad esso.

Con l'orinatoio in porcellana capovolto di cento ottanta gradi comprato a un negozio di sanitari di New York,Marcel Duchamp precursore di queste avanguardie definì per la prima volta il concetto di ready-made, vale a dire già fatto, pronto all'uso. Duchamp rivoluzionò il concetto tradizionale di Arte: egli affermò che non era importante che l'opera fosse realizzata da un artista, non era la bravura dell'artefice che l'avrebbe resa tale, ma era il modo in cui il maestro o il pubblico l'avrebbero considerata, di conseguenza, da allora in poi, non era più contemplata ed esaltata l'azione creativa, ma la scelta che si accollava all'azione, l'uso che se ne avrebbe fatto dell'oggetto, il posto in cui era collocato e l'attributo che le veniva ascritto.

L'Orinatoio di Marcel Duchamp. Altezza 62,5. 1917-1964. Per una migliore visione fare doppio click sull'immagine.

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La storia dell'arte del secolo scorso appare come una rottura concatenata con la tradizione, ne sono un esempio i monocromi di Phil Sims e di Ford Beckman nelle cui tele - dipinte una per una con un unica tinta, uniforme, senza variazione di sorta - l'aggressivo tono del colore interagisce in modo autonomo con lo spazio che lo circonda, liberando il quadro da ogni forma di emozione e illusione pittorica. L'osservatore trae da queste opere un senso di vuoto, di estatica e intensa vacuità che è contemporaneamente, vana, frivola e inutile, riflesso preciso del nostro mondo, della quotidianità in continua trasformazione. Tutto è cambiato e continua freneticamente a cambiare, sono le scoperte scientifiche e le nuove invenzioni che apportano nuova linfa al modo di osservare e concepire la realtà che ci circonda, di conseguenza l'arte fruisce di questi contenuti semantici ed esprime attraverso un diverso assemblage  di simboli, di immagini, di concetti filosofici, la vita e i suoi valori.

L'Architetto Andrea Garofalo commentando le mie idee innovative (per hinterland) riguardo al fare "arte" ha scritto:

["L'Artista, in modo del tutto originale, improvvisa la sua personale, essa diventa in quel preciso istante, atto creativo, opera d'arte e si disfà da essa, cancellandola, al termine della mostra"].

Della personale non resta nient'altro che le foto, gli eventuali filmati, articoli di giornale e recensioni varie, venduti al collezionista sotto forma di licenza  per la riproduzione dell'opera (la mostra) esposta al pubblico.

["La performance di Sersalensis - scrive Garofalo - non è necessariamente fatta da quadri o da sculture, ma di oggetti d'uso quotidiano, anche da pezzi che possono essere presi e scambiati tra loro, permettendo così al pubblico di interagire e "navigare" in essi, gli oggetti possono essere predisposti in altezza, per formare una struttura verticale, o semplicemente distesi sul pavimento, fondendosi con esso per essere eventualmente calpestati, nasce così l'installazione, quel nuovo modo di definire quel genere di scultura, composta da una sola o da molteplici strutture poliedriche, ma anche da un unico o più dipinti posti in uno spazio. In questo contesto, nasce la sua nuova produzione artistica, fatta ancora da manufatti, ma collocati in un ottica differente, inusuale, in modo da permettere allo spazio e al pubblico di interagire con essa, le Opere non verranno più collocate necessariamente su cavalletti, piedistalli o appese al muro, (anzi in base ai bisogni comunicativi, essi potranno diventare parte integrante dell'opera) ma saranno disposte in modo da formare strutture uniche, esse dovranno comunicare al pubblico novità, idee, concetti, studi, nozioni di matematica, quesiti filosofici e scientifici in altre parole, tutto ciò che il fertile intelletto di un Artista in precisi istanti di vita genera, emana"].

Ho intenzione, di organizzare dal 2003 in poi, un calendario di mostre personali  itineranti in diversi comuni della nostra regione. Nel programma desidero includere possibilmente, anche il vostro comune, quindi, se è di vostro gradimento (e certamente penso che lo sarà) che io tenga una personale da voi, è necessario che mi metta in contatto con un vostro responsabile allo scopo di comunicare e prendere precisi accordi per organizzare la mostra d'arte.
Nella certezza che valuterete la mia proposta, resto in attesa di una vostra cortese e possibilmente tempestiva risposta, intanto saluto tutta la vostra associazione con molta stima e cordialità."

Duchamp Duchamp presentava come opere d'arte oggetti d'uso quotidiano, smontandoli e prelevandoli dal loro reale ambiente e uso alla quale erano destinati e assemblandoli tra di loro. Nella foto: una ruota di bicicletta montata su uno sgabello.
Per migliorare la visione fare doppio clock sull'immagine.


Marcel Duchamp il 28 luglio 1887 nasce a Blainville, vicino a Rouen. Ha due fratelli e una sorella i nomi dei fratelli sono Raymond e Gaston, ma sono generalmente conosciuti con gli pseudonimi di Raymond Duchamp-Villon e Jacques Villon e Suzanne la sorella, anch'essi si dedicano all'arte. Nel 1904 finiti gli studi a Rouen va dai fratelli a Parigi e frequenta arruolandosi come volontario l'Académie Julian fino al 1905. Nel 1906 a Parigi riprende a dipingere. In seguito decide di trasferirsi a Neuilly, fuori Parigi, dove vive fino al 1913. Dall 1909 nella casa del fratello Raymond, di domenica, si tengono riunioni di artisti e poeti tra i quali partecipano importanti personaggi quali Apollinaire, La Fresnaye, Gleizes e altri, e anche Marcel decide di prendere parte alle riunioni. In questo periodo le opere da lui realizzate risentono fortemente dell'influenza di Cézanne, con accenti vicino alla maniera dei fauve, ma, ben presto il suo stile artistico si avvicina a quello cubista. Sono una testimonianza di questo periodo, il Nudo che scende le scale, n.2, dipinto nel 1912. Nel 1913, l'artista fa ritorno a Parigi, e questo anno rappresenta la tappa decisiva nella carriera artistica di Duchamp, infatti, decide di abbandonare tutte le forme convenzionali di disegno e pittura, per privilegiare l'impiego di nuovi materiali che serviranno alla creazione di strani oggetti. Nel 1915 decide di trasferirsi a New York: frequenta nuovi ambienti e fa amicizia con poeti e artisti come Man Ray, Walter e Louise Arensberg. In questo periodo comincia a lavorare al Grande vetro. Duchamp è attivo nel prendere parte alla vita culturale americana, e nel 1916 diviene uno dei soci fondatori dell'Associazione degli artisti indipendenti di New York, ma, il rifiuto di un suo ready-made, la "Fontana", in occasione della prima mostra, lo costringe ad abbandonare presto il gruppo. L'anno succesivo pubblica, insieme con altri artisti, le prime due pubblicazioni proto-dada americane: "Rongwrong" e "The Blind Man" . Nel 1918 si trattiene per breve tempo a Buenos Aires, per poi rientrare a Parigi, dove giunge nell'estate del 1919. In questo periodo sviluppa tre versioni del famoso ready-made L.H.O.O.Q., Air de Paris e l'Assegno Tzanck . Nel 1920, il ritorna di nuovo a New York, segna un'altra tappa significativa nella sua carriera: fonda la Société Anonyme insieme a Katherine Dreier e Man Ray e tenta insieme a Man Ray di produrre il primo film a rilievo basato sul principio dell'anaglifo, inoltre, con lo pseudonimo di Rose Sélavy, costruisce la sua prima macchina ottica a motore. Nel 1921 rientra a Parigi, e firma il manifesto dadaista, Dada Soulève Tout. Nel 1926 in collaborazione con Man Ray e Marc Allegret realizza un altro film, Anémic Cinéma. Nel novembre dello stesso anno torna a New York e prepara la prima mostra di Brancusi. All'International Exhibition of Modern Art espone per la prima volta, Il Grande vetro, opera alla quale l'artista lavora da molti anni, ma durante il trasporto l'opera, si danneggia, ma è riparata nell'estate del 1936. Nel 1927 si sposa a Parigi con Lydie Levassor-Sarrazin. Nel 1929 visita con Katherine Dreier la Spagna . Nel 1933, di nuovo, compie un temporaneo viaggio a New York per allestire la seconda mostra di Brancusi alla Brummer Gallery. Segue un lungo periodo di inattività: l'artista nel 1942, a New York ritrova molti amici surrealisti come André Breton e Max Ernst, e riprende a lavorare e l'anno successivo, firma il manifesto La Parole est à Péret. Nel 1946 assieme a Breton, allestisce a Parigi, la mostra Le Surréalisme en 1947. Gli anni successivi, li trascorre fra Parigi e New York. Si sposa di nuovo nel 1954 con Alexina (Teeny) Sattler. I tre fratelli Duchamp, nel 1957 allestiscono al Salom R. Guggenheim Museum di New York un'importante mostra, seguita a Parigi due anni dopo dall'Exposition Internationale du Surréalisme 1950-1960. Nell'Art Museum di Pasadena nel 1963, è preparata la prima rilevante mostra retrospettiva di Duchamp, nella quale vengono esposti al pubblico, 114 lavori. Nel 1966 Douchamp porta a termine l'ultima opera alla quale aveva dedicato per realizzarla ben venti lunghissimi anni, e il 2 ottobre 1968 muore all'età di ottantuno anni.

 

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L.H.O.O.Q.

L.H.O.O.Q.
Marcel Duchamp
1919-1964
cm. 19,7 x 12,4

definizione: Con l'aggiunta di baffi e barba (pizzo) a una riproduzione della Gioconda di Leonardo  da Vinci, Duchamp intende mettere in evidenza i molteplici punti che associa ed euguaglia Leonardo a se stesso. Duchamp pensa che tra Leonardo e lui stesso esista una unità di contenuti, sia sotto il profilo culturale (la passione che entrambi hanno per gli anagrammi e i giochi di parole) sia estetico: per entrambi l'arte è e deve essere più intellettiva che fisica, corporea, tangibile.

La trasformazione operata da Duchamp sulla Gioconda di Leonardo può all'apparenza sembrare un insulto alla grande Arte ma, nella realtà, ripropone il tema dell'esemplare alchemico, androgino, bisex, e dell'uso alchimistico, falsificato, delle lettere per occultare un insegnamento all'incompetente o, come spiega Arturo Schwarz: "La decifrazione delle lettere, indicata dallo stesso artista, ci fornisce la chiave di lettura dell'opera, che simboleggerebbe in termini alchemici l'unione di ciò che è al di sopra (uomo-fuoco-terra) con ciò che è al di sotto (donna-acqua-luna), vale a dire la coniunctio oppositorum fra il Sole (Sole-Scapolo) e la Luna (Luna-Sposa)".



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